VIAGGIO IN PORTOGALLO
Ancor più dell’Italia, il Portogallo è la nazione con la più alta percentuale di vaccinati. Quindi abbastanza sicuro in tempi di pandemia. Ottimo motivo per tornarci a distanza di parecchi anni.
E, in effetti, i controlli sono pressoché nulli: nessuno chiede il “green pass”, mentre solo sul volo TAP di ritorno verrà distribuito un questionario delle autorità italiane, datato prima delle vaccinazioni di massa e quindi sostanzialmente inutile che, infatti, nessuno ritirerà a Malpensa.
Solo sui mezzi pubblici viene fatto rispettare l’obbligo di indossare la mascherina.
A proposito di mezzi pubblici, ne abbiamo presi – io ed un paio di amici – oltre 50 in 5 giorni: un discreto “tour de force”, ma di notevole interesse. Cominciamo da Porto. Lo scalo di Pedras Rubras è ora servito dalla metropolitana leggera che conduce direttamente in centro. Porto ha fatto la scelta intelligente di convertire l’antica rete di tranvie suburbane vicinali in un moderno sistema prevalentemente in superficie, ma quasi integralmente separato dalla viabilità ordinaria, che serve, oltre all’aeroporto, la località balneare di Povoa de Varzim e la cittadina portuale di Matosinhos, oltre ad una linea più recente che si spinge fino a Vila Nova de Gaia, a sud del Douro.
L’estuario di questo grande fiume iberico divide in due la “cidade invicta”, l’unica che non capitolò di fronte all’avanzata dei Mori. Il lungo fiume è stato notevolmente migliorato ed oggi costituisce un’attrazione turistica di prim’ordine. Oltre allo storico ascensore panoramico, sono state realizzate una funicolare ed una cabinovia che consente di ammirare il profilo della città. Lo storico ponte Dom Luis, in stile Eiffel, è ora riservato, nella sua parte superiore, al passaggio dei tram Sirio, che comunque convivono senza problemi con l’intenso flusso pedonale. Senza inutili restrizioni motivate da presunte ragioni di sicurezza, come spesso accade altrove.
Del resto una gestione più incline alle esigenze degli utenti si percepisce ovunque, dalle stazioni ancora presidiate (almeno quelle più frequentate) e con biglietterie aperte, agli armadietti portabagagli a disposizione dei viaggiatori. Un biglietto turistico di libera circolazione del valore di 15 euro consente di spostarsi per 72 ore non solo in città, ma in tutta la vasta area circostante che include circa un milione e mezzo di residenti.
Non però sulla rete ferroviaria di cui ci serviamo per raggiungere Viana do Castelo e Braga, importanti centri del Portogallo settentrionale. A Viana c’è una funicolare che conduce al santuario di Santa Luzia, in posizione dominante sull’Oceano Atlantico. Parte alle spalle della stazione, dove si trova anche un centro intermodale cui fanno capo i bus interurbani. A Braga, invece, la funicolare che sale alla basilica del Bom Jesus si incontra a sei chilometri dal centro, ma ci si può arrivare con una corsa in taxi di poco più di sei euro (o un bus a 1,50). La funicolare risale al 1882 ed è una delle poche superstiti ad acqua (che funge da zavorra) ancora operanti al mondo. E’ dotata anche di una cremagliera di rinforzo che rende l’impianto davvero particolare.
La linea del nord, che attraversa il confine spagnolo a Valencia do Minho, e raggiunge Vigo, è al momento l’unico collegamento ferroviario internazionale del Portogallo, visto che la Spagna ha sospeso – probabilmente in via definitiva – i “Tren hotel” notturni per Madrid e per Hendaye, al confine francese. Anche la rete lusitana avrebbe dovuto essere raccordata al sistema ad alta velocità iberico. Ma la crisi finanziaria del 2011 indusse il Portogallo a sospendere i lavori dal suo lato della frontiera. Gli spagnoli, invece, proseguono nella realizzazione della tratta veloce fino a Badajoz e si spera che in futuro i treni Ave possano spingersi verso Lisbona, via Evora. Del resto il 90 % dei portoghesi, in un sondaggio, si è recentemente espresso per l’eliminazione dei voli a corto raggio.
Per raggiungere la capitale (337 chilometri a sud di Porto) ci sono i treni ad assetto variabile “Alfa pendular”: impiegano tre ore con quattro fermate intermedie ed alcune sezioni percorse a 220 km/h. Nonostante su un lungo tratto in uscita da Porto siano in corso lavori di potenziamento, con conseguenti rallentamenti, il tempo di percorrenza è rispettato. Il prezzo del biglietto ammonta a 31 euro. A bordo funziona un servizio bar a prezzi davvero contenuti (0.80 centesimi per un caffe).
A Lisbona la stazione centrale, ma angusta, di Santa Apolonia (solo 7 binari di testa) non è stata rimpiazzata dall’avveniristico terminal di Oriente, disegnato dall’archistar Santiago Calatrava per l’expo del 1998. Lo scalo più monumentale resta comunque quello del Rossio, decorato con i caratteristici azulejos, come già la stazione di Sao Bento a Porto. Due imponenti e centralissimi edifici, tuttavia relegati al servizio di treni suburbani.
La capitale, che sorge sulle rive dell’ampio estuario del Tejo e sulle colline circostanti, conserva il fascino di una delle più belle metropoli d’Europa. I piccoli tram degli anni Trenta, sapientemente restaurati, continuano ad inerpicarsi sulle impervie viuzze dell’Alfama e del Bairro Alto e sono divenuti una potente icona della città, riprodotti su migliaia di magliette, piatti, oggetti da regalo, in quantità decisamente maggiore rispetto agli altri monumenti più famosi. Una sapiente operazione di marketing, imitata anche a Porto, dove i tram storici continuano a circolare in centro per i turisti.
Ma, se nella città del nord l’impronta modernista prevale sulla nostalgia del passato, Lisbona sembra crogiolarsi nel ricordo dei tempi in cui fu capitale di una dei più vasti imperi coloniali, le cui conquiste sono ricordate da un monumento nei pressi della Torre di Belem, lungo l’estuario, servito dall’unica linea dotata di tram moderni. C’è poi, naturalmente, anche una buona rete di quattro linee metropolitane, che raggiunge anche l’aeroporto alla Portela di Sacavém, con stazioni particolarmente ampie e profonde, che prevedono lunghi percorsi su scale mobili o tapis roulant.
Da Cais do Sodré, altra centralissima stazione, in prossimità di uno dei terminal dei traghetti, raggiungiamo Cascais, elegante località balneare, come la vicina Estoril, servita da una ferrovia un tempo a gestione privata e tuttora isolata dal resto della rete. Da lì un bus elettrico interurbano ci conduce a Sintra, passando per il Cabo de Roca, punta estrema occidentale del continente europeo. Poi si rientra in treno a Lisbona, approdando al Rossio.
Per attraversare il grande estuario ora sono disponibili anche i treni della Transtagus. Quando, negli anni Sessanta del secolo scorso, venne realizzato il grande ponte poi denominato “25 do Avril”, in omaggio alla Rivoluzione dei Garofani, il transito per molto tempo fu riservato solo alle auto, benché fosse già predisposto un piano sottostante destinato alla ferrovia. La rete portoghese continuò ad essere di fatto separata in due parti. Adesso con i treni “intercidade” si possono raggiungere le spiagge di Faro ed Albufeira, nell’Algarve. Allora non si credeva molto nel futuro della ferrovia, oggi sulle fiancate dei convogli campeggiano gli slogan per l’anno europeo del treno.
A sud dell’estuario sorge una vasta area urbanizzata, tributaria della capitale, che mostra caratteristiche spiccatamente moderne. C’è una nuova rete tranviaria con tre linee a scartamento ordinario (mentre i “carros electricos”, per insinuarsi nei vicoli del centro, furono dotati di scartamento ultra ridotto di 90 cm.). E ci sono avveniristiche stazioni destinate ai treni suburbani.
Per attraversare il fiume, oltre ai ponti (dopo il “25 do Avril”, venne realizzato anche il “Vasco de Gama”, uno dei più lunghi al Mondo), ci sono frequenti servizi di traghetti da Cacilhas – terminal dei tram – e di catamarani da Barreiro, capolinea dei treni suburbani. Purtroppo la frammentazione in diverse società ha finora impedito una piena integrazione tariffaria. Anche a Lisbona si possono utilizzare biglietti turistici (24 ore a 7 euro), ma non validi su tutti i mezzi dell’area metropolitana.
Come anche a Porto, è possibile acquistare biglietti singoli a prezzo maggiorato (3 euro) direttamente dal conducente. Operazione che sui tram storici gremiti da turisti comporta non pochi rallentamenti. La metropolitana è un sistema chiuso ed occorre sempre vidimare il titolo di viaggio in ingresso ed in uscita, come pure sui mezzi di superficie. Non è chiaro se siano previste sanzioni per chi non striscia il documento ancora in corso di validità.
Nel complesso il Portogallo dispone di un buon sistema di trasporto pubblico, tanto più commendevole se consideriamo i vincoli economici che condizionano il paese iberico. Assieme al clima decisamente mite (20 gradi di giorno nella prima decade di dicembre), al costo della vita contenuto, ed a una cultura vicina alla nostra, tutti questi fattori possono spiegare la scelta di molti pensionati italiani di trasferirsi, anche per ragioni fiscali, sulle rive dell’Atlantico.
Massimo Ferrari